DIVERSA ORIGINE ED EMISSIONE
Innanzitutto la luce (come il fumo, il calore, il vapore, gli odori) proviene dall’interno dei corpi, mentre le immagini provengono dalla superficie del corpo. La luce, dovendo farsi strada nei meandri interni del corpo, viene emessa in modo diffuso e disordinato, mentre i simulacri, essendo in prima fila e senza intralci, si propagano (presumibilmente per linee rette) mantenendo la loro forma.
Praeterea omnis odor, fumus, vapor, atque aliae res consimiles ideo diffusae rebus abundant, ex alto quia dum veniunt intrinsecus ortae, scinduntur per iter flexum, nec recta viarum ostia sunt qua contendant exire coortae. At contra tenuis summi membrana coloris cum iacitur, nihil est quod eam discerpere possit, in promptu quoniam est in prima fronte locata. ( Lucrezio, De rerum naturae, Rizzoli 1988, v. 90-97, pp. 248-249)
L’odore inoltre, il fumo, il vapor caldo e gli altri corpi simili, errar soglion diffusi e sparsi lungi da quelle cose onde esalaro; perché venendo dalle parti interne, nati dentro di lor, per tortuose vie camminando, son divisi, e curve trovan le porte ond’eccitati alfine tentan d’uscir. Ma, pel contrario, che le tenui membrane dall’estremo color dei corpi son vibrate intorno, cosa non è che diddipar le possa; perch’elle in pronto sono, e nella prima fronte locate. (A. Marchetti, Della natura delle cose, Einaudi, 1980, v. 135-148, p.142)
Inoltre emanan per questo diffusamente dai corpi l’odore, il fumo, il calore ed altre cose del genere, che essi si formano al fondo, e mentre vengono fuori, pel tortuoso cammino si suddividono e dritti non son gli sbocchi per cui cercan d’uscire in bell’ordine. Ma quando invece si stacca l’esile strato che forma la sommità del colore, nulla lo può lacerare, perché si trova a portata di mano e come schierato in prima fila. ( B. Pinchetti, La Natura, Rizzoli 1988, vv. 87-95, pp. 247-249)
E poiché provengono ( i simulacri, ndr) dalla superficie delle cose, mantengono la forma degli oggetti che li hanno emessi, staccandosene senza traumi. Le particelle che si disperdono, come il calore o il fumo, affiorano invece dall’interno dei corpi, e ne erompono disordinatamente, perché debbono superare molti ostacoli prima di potersi staccare dalla superficie. ( P. Odifreddi, Come stanno le cose, Rizzoli, 2013, p.149)
E’ probabile che agli occhi di Lucrezio (e del senso comune) questo carattere caotico della emissione luminosa la renda del tutto inadatta a trasportare una stuttura ordinata come l’immagine. Se tanto vale per la luce emessa direttamente dai corpi luminosi (sole, fiamme, …) a maggior ragione varrà per la luce riflessa dai corpi illuminati, destinata a subire una ulteriore diffusione, a causa delle irregolarità presenti sulle superfici dei corpi medesimi.
Si tratta di un aspetto importante per capire la portata del salto mentale e psicologico che si deve compiere per abbandonare questo rassicurante ancoraggio dell’immagine al suo corpo di riferimento. Come potrebbe, del resto, la luce sparata a caso dalla sorgente e riflessa ancora più a caso dall’oggetto illuminato, riuscire a riprodurne la forma? Tutto quello che riusciamo ad immaginare è un intreccio caotico di raggi diretti e riflessi che si incrociano nello spazio.