IL VETRO-SPECCHIO DELLA FINESTRA
E’ certamente utile, a volte, suddividere e circoscrivere il campo di indagine su materie molto complesse, ma occorrerebbe sempre evidenziare i legami unitari che esistono tra argomenti contigui. Il caso degli specchi ci sembra un esempio di come l’articolazione in capitoli e paragrafi dei nostri testi scolastici, possa talvolta sancire una sorta di diversità qualitativa tra le proprietà degli specchi piani e quelle degli specchi curvi.
Vogliamo tentare di rendere ancora più stringente sul piano fisico la metafora dello specchio come finestra sul mondo.
Fino ad ora abbiamo considerato la forma più semplice di finestra, quella consistente in una semplice apertura nella parete, dotata di una chiusura opaca ( tapparella, persiana, serrandina, scuri, tende ) per ridurre la luce e difendere la privacy da sguardi indiscreti.
Riflettiamo ora ( è il caso di dirlo ) su quell’elemento fondamentale di ogni finestra moderna che è il vetro.
Siamo talmente abituati ai vetri perfetti che l’industria ci fornisce e ai prodotti che li puliscono in modo impeccabile, da non fare nemmeno più caso alla loro presenza. Impermeabili e trasparenti: non fanno entrare il freddo, il vento, l’acqua, la polvere, ma, come se non ci fossero, ci permettono di vedere perfettamente le cose che sono all’esterno. La trasparenza è indubbiamente la prima proprietà che ci colpisce nel vetro, per questo abbiamo cura di tenerlo ben pulito, rimuovendo la polvere, il vapore, le macchie di grasso che lo “appannano”.
Abbiamo notato, tuttavia, che lo stesso vetro che di giorno ci consente di ammirare in trasparenza il panorama esterno, impedisce a chi sta fuori di vedere che noi stiamo affacciati dietro a quel vetro.
Il vetro si comporta come un vero e proprio specchio.
Di notte, invece, quando fuori è buio e nella stanza è accesa la luce, la situazione viene capovolta: chi sta fuori vede perfettamente ciò che avviene all’interno, mentre chi è dentro fatica a vedere cosa c’è fuori, perché il vetro gli rispecchia l’interno della stanza.
Il comportamento ottico del vetro dipende, dunque, dalla differenza di illuminazione tra interno ed esterno.
LA SOVRAPPOSIZIONE INTERNO/ESTERNO
In una condizione intermedia, quando l’illuminazione esterna e quella interna si equivalgono, sulla superficie del vetro si realizza una situazione paradossale , di grande interesse sul piano concettuale ed artistico: la sovrapposizione di ciò che sta davanti ai nostri occhi con ciò che sta dietro alle nostre spalle; la sovrapposizione di ciò che è dentro e di ciò che è fuori.
Le foto seguenti sono state scattate ricreando le tre diverse condizioni di illuminazione che abbiamo appena descritto.
La prima fotografia è stata scattata tenendo accesa la luce nella stanza e spenta quella del portico esterno; sul vetro della porta finestra, come si vede, viene riflesso l’interno della stanza. Nella seconda è accesa la luce del portico e spenta quella della stanza; il vetro (trasparente) permette di vedere il portico. Nella terza, dove sono accese entrambe le luci, si realizza la sovrapposizione tra interno ed esterno ( al punto che il lume della stanza sembra pendere all’interno del portico).
Quando la luce non può attraversare la superficie posteriore del vetro perché questa è stata coperta da un cartone o una vernice, oppure è stata semplicemente appoggiata al muro, la superficie anteriore diventa un vero è proprio specchio. Nella foto qui accanto si vedono appaiate due finestre: quella di sinistra è la finestra reale che si apre su un cortile, quella di destra è la finestra della parete opposta, che si vede riflessa dal vetro di una stampa appesa al muro. Se al posto della stampa mettessimo un comune specchio argentato nella parte posteriore del vetro, l’effetto sarebbe ancora migliore ed avremmo l’impressione di vedere una finestra più piccola, aperta sull’esterno.
Come vediamo, il confine tra vetri e specchi non è così netto e definito.
Allo stesso modo del vetro anche l’acqua più trasparente può fungere da specchio. Non a caso stagni, laghi e laghetti vengano definiti “specchi d’acqua” per la loro proprietà di riflettere il paesaggio, soprattutto quando l’assenza di vento elimina le increspature delle loro superfici.
Su scala molto più piccola, inoltre, chi non ha notato, guardando un bicchiere d’acqua da sotto in su, che la superficie interna del liquido appare come uno specchio argentato ? Chi non ricorda, infine, gli specchietti inseriti tra il muschio del presepe per simulare l’acqua dei laghetti?