SORGENTI LUMINOSE
E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. Dovrebbe abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell’acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, potrà contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso. Alla fine potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso.
( Platone, Repubblica )
LUCI ABBAGLIANTI E “AUREOLE” DI RAGGI
Anche noi, come il prigioniero liberato, saremo abbagliati dalle luci che prima erano coperte dallo schermo. La fiamma di una candela, il filamento di una lampadina ed ancor più il sole producono un senso di fastidio dal quale cerchiamo di proteggerci socchiudendo le palpebre.
Tuttavia, continuando a fissare la sorgente, osserveremo uno strano fenomeno: la sorgente appare circondata da un alone di luce, dal quale sembrano partire dei raggi luminosi colorati e cerchi animati da una lenta pulsazione. Il fenomeno è stato descritto da numerosi pittori ed è, probabilmente, all’origine, di quelle rappresentazioni “canoniche” che i bambini fanno del sole e delle sorgenti luminose nei loro disegni.
La sorgente viene circondata da brevi raggi luminosi che formano una sorta di aureola, come quella dei santi.
Non è escluso che questo fenomeno ( dovuto, probabilmente, ad effetti di diffrazione prodotti dal restringimento della pupilla) possa cominciare a suggerire una idea fondamentale per lo sviluppo dell’ottica geometrica: quella dei raggi luminosi rettilinei, che si propagano dalla sorgente allo spazio circostante.
Ma, almeno per il momento, essi si limitano a restare intorno alla sorgente e sembrano voler rappresentare piuttosto lo splendore ( l’intensità ) della sorgente, che non la direzione di una propagazione.
Quella che abbiamo davanti è una situazione statica. Tutto è perfettamente immobile: le sorgenti accese, le pareti e gli oggetti illuminati. Niente suggerisce che “qualcosa” si stia propagando dalla sorgente agli oggetti circostanti e ai nostri occhi.
L’idea che la luce si propaghi non è un dato che possa essere percepito direttamente, ma solo attraverso approfondite riflessioni ed esperienze molto sofisticate. E’, dunque, perfettamente legittimo domandarsi:
“LA LUCE SI PROPAGA?”