Quando il brutto tempo ci ha concesso un po’ di sole, siamo usciti a giocare con le nostre ombre.
Di sole ce n’era anche troppo e abbiamo riparato gli occhi con le mani “a visiera”.
Abbiamo scoperto che per fare ombra non basta il nostro corpo da solo, c’è anche bisogno del sole e di un muro (o un pavimento) sul quale l’ombra possa diventare visibile.
E’ un passo avanti notevole, rispetto a una visione egocentrica nella quale il bambino è convinto di essere lui a emettere l’ombra (la mia ombra).
Un passo ulteriore viene compiuto quando il bambino comincia a spostare la sua attenzione sulla relazione esterna esistente tra lui, il sole e l’ombra.
Una relazione a tre termini che è fatta di allineamenti (sole-corpo-ombra) e opposizione tra ombra e sole (sole in fronte, ombra alle spalle; sole alle spalle, ombra di fronte; sole a destra, ombra a sinistra; sole a sinistra ombra a destra).
Un bell’esercizio sull’orientamento spaziale e sul sistema di riferimento.