LE PAROLE DELLA VISIONE
Gli occhi sono l’elemento più mobile ed espressivo del volto umano, possono rispecchiare i più diversi stati d’animo (specchio dell’anima) ed anche comunicare messaggi. Gli occhi dell’amata, ad esempio, sono un motivo ricorrente nella poesia di tutti i tempi.
Per queste ragioni le locuzioni che derivano dagli occhi sono così numerose da rendere impossibile una esposizione completa. ( DIR )
E’ probabile che sia proprio questa intensa funzione comunicativa a far nascere l’idea di un “canale” attraverso il quale l’occhio può trasmettere il suo potere “proiettivo”, ma anche ricevere ( captare) i segnali provenienti dagli oggetti.
Questa duplice funzione trasmittente e ricevente si riflette anche nei termini che definiscono l’atto del vedere.
Rispetto al “guardare” , che sembra esprimere una volontà ed una intenzione attiva proiettata verso l’oggetto che si vuole osservare, il “vedere” appare come un atteggiamento più ricettivo e passivo, in cui l’occhio si dispone ad accogliere ciò che gli viene inviato.
Rispetto allo “sguardo”, che esprime un senso di proiezione, la “ vista “ appare più ricettiva ed accogliente.
Lo sguardo viene “lanciato”, anche con intenzioni malefiche come nel caso del malocchio o jettatura ( da iacere, gettare ); lo sguardo “penetra”, “divora”, “fulmina” , “sconvolge”, “seduce” ( porta a sé ); lo sguardo possiamo estenderlo a perdita d’occhio, fissarlo su qualcuno per tenerlo sott’occhio. Lo sguardo di Superman, capace di attraversare i corpi o di bruciarli, è una delle immagini più familiari di questa concezioni “proiettiva” dell’occhio.
Un ulteriore esempio di “occhio che proietta” viene dal gergo dello spettacolo teatrale e cinematografico, nel quale viene chiamato occhio di bue il faro che proietta uno stretto fascio di luce e “mette in luce” una particolare zona della scena .
La vista, invece, è il senso , è la percezione “sentita”, “goduta” (il paesaggio, il panorama ); la vista può essere “abbagliata”, “coperta”, “impedita”. Le cose possono apparire alla vista e saltare all’occhio, quasi cogliendoli di sorpresa.
L’idea che l’occhio proietti la vista verso l’oggetto illuminato
L’ipotesi che l’occhio abbia la proprietà di emettere “qualcosa” che sia capace di raggiungere l’oggetto e di riportarne l’immagine visiva all’osservatore, è alimentata, come abbiamo visto, da numerose espressioni del linguaggio comune.
E’ opportuno segnalare, tuttavia, che anche nel linguaggio tecnico si parla dell’occhio e della vista in termini proiettivi.