RELAZIONE TRA MENTE E CERVELLO: IL PROBLEMA DELLA COSCIENZA
Scrivono F. Crick e C. Koch ( Le Scienze, novembre 1992 ) :
La maggior parte degli scienziati crede ora che tutti gli aspetti della mente, incluso il suo attributo più enigmatico – la coscienza o consapevolezza – possano essere spiegati , in modo più materialistico, come effetto del comportamento di vasti insiemi di neuroni interagenti.
In passato la mente umana (o anima ) è stata spesso considerata, come ha fatto Cartesio, un’entità immateriale, separata dal cervello, ma in qualche modo interagente con esso.
Cartesio introdusse un “dualismo di sostanza” tra la materia , res exensa, e la mente, res cogitans; dovendo, però, spiegare la innegabile comunicazione tra corpo e mente, avanzò anche la strana ipotesi che l’organo di contatto fosse costituito dalla ghiandola pineale.
Può essere interessante a tale proposito riportare lo schema del processo visivo che Cartesio pubblica nel suo trattato De l’homme.
Cartesio sosteneva che l’immagine retinica proveniente da ciascun occhio venisse proiettata dalle fibre nervose sulle pareti dei ventricoli cerebrali e che l’immagine binoculare venisse infine proiettata sulla ghiandola pineale ( indicata dalla freccia ).
Non è difficile riconoscere in questo dualismo cartesiano una formulazione in termini scientifici del dualismo filosofico e religioso, che fin dall’antichità classica ha considerato l’essere umano come ripartito in due elementi costitutivi: il corpo, di natura materiale, e l’anima, di natura spirituale e intelligente, destinata a governare il corpo.
Questo dualismo ha esercitato una grande influenza in tutto il dibattito successivo sul rapporto tra mente e cervello; non è escluso che un riflesso della sua persistenza possa essere scorto anche nella accezione corrente del “virtuale”come de-materializzazione.
Ben prima di Cartesio e della sua radicale distinzione tra res cogitans e res extensa, è stata la dottrina antropologica cristiana a sancire il dualismo tra anima e corpo.