LE APPLICAZIONI DELLA PROSPETTIVA
All’inizio del ‘500 i metodi di rappresentazione si moltiplicano e, alla ricerca di nuovi effetti, i punti di vista assumono posizioni sempre più svincolate dall’altezza dell’occhio umano.
Il gusto del tempo si avvale dell’ormai raggiunta abilità nell’uso delle tecniche prospettiche attraverso viste dal basso, dall’alto e a volo d’uccello, nonché immagini fortemente scorciate ed illusioni spaziali esasperate.
La dimestichezza degli artisti con le regole prospettiche non si fa sentire solo nelle rappresentazioni figurative, ma influisce grandemente anche sui canoni architettonici.
Sono significative, in merito, le concezioni spaziali, plastiche ed ariose, di Michelangelo, fra le quali, ad esempio, si cita quella utilizzata nella Piazza del Campidoglio a Roma ( i cui lati convergono verso il fondo per contrastare l’impressione di lunghezza ). Altresì mirabili sono gli artifici ottici ( prospettiva accelerata ) usati da da Donato Bramante o Francesco Borromini.
Donato Bramante
Chiesa di S. Maria presso San Satiro a Milano
La costruzione della chiesa attuale iniziò tra il 1476 e il 1477, ma la partecipazione di Bramante è documentata con certezza soltanto dall’anno 1482. La peculiarità di questo edificio, ciò che lo rende celebre ed unico, è l’affresco della parete di fondo, in cui Bramante realizza un finto presbiterio a tre campate, in modo da creare una prospettiva illusoria, ovvero uno spazio virtuale che si prolunga molto oltre le dimensioni effettive dell’edificio.
Francesco Borromini
Galleria prospettica di Palazzo Spada a Roma (1652-53)
La Galleria di Palazzo Spada evidenzia la tendenza ad utilizzare in modo originale le regole prospettiche per ottenere artifici ottici e percettivi che esaltano l’effetto della profondità speziale anche nelle opere architettoniche. Mediante il metodo della prospettiva accelerata Borromini finge uno spazio più profondo del reale. Solo dopo aver percorso la Galleria, ci si accorge dello scarto tra le dimensioni reali e quelle percepite. L’artificio è basato sulla progressiva convergenza “concreta e non solo prospettica” degli elementi architettonici verso i punti di fuga ( l’illusione prospettica è ottenuta con l’effetto ottico di abbassare progressivamente la cornice sopra le colonne e contemporaneamente alzare gradualmente il livello del pavimento ).
Le colonne diventano progressivamente più corte , le volte cassettonate, con le relative cornici, diventano più basse ed il pavimento si eleva di quota. L’effetto è sorprendente: la lunghezza reale della galleria è di 8,60 m, ma appare come se fosse di circa 40 m; l’arco frontale è alto 6 m circa e largo 3 m, quello di fondo è alto 2 metri e largo circa 1m. Quando l’osservatore raggiunge la statua posta in fondo alla galleria si sorprende di scoprirla alta solo 80 cm.
Andrea Mantegna
Camera degli Sposi a Mantova (1474).
Si tratta di una architettura dipinta che sconvolge la scatola muraria con una intuizione che condiziona tutta la pittura successiva. Il cielo appare dal foro della balaustra al centro del soffitto, dal quale putti e cortigiani sbirciano nella stanza.
La prospettiva conquista lo spazio rappresentativo e quello teatrale con effetti scenografici sempre più complessi. Per questa strada procedono grandi artisti che impegnano la loro bravura nel gioco illusionistico spaziale, dove le architetture vere e finte si confondono fra loro. Significativi, in merito, sono gli esempi forniti dalle “stanze vaticane” dipinte da Raffaello, dalla volta affrescata da Andrea da Pozzo nella chiesa di S. Ignazio a Roma, oppure nell’opera del Veronese che, creando l’illusione di spazi, balconate ed aperture, “sfonda” letteralmente le pareti interne della palladiana Villa Barbaro a Maser.
Raffaello Sanzio arriva a sfruttare la prospettiva in quasi ogni aspetto dell’illusionismo architettonico. Nello Sposalizio della Vergine, ad esempio, lo sfondo è caratterizzato da un tempio a pianta poligonale che, per la costruzione prospettica, presuppone la conoscenza di un metodo a più punti di concorso o di fuga.
Vredeman de Vries
Nella sua opera Perspective ( sottotitolata dallo stesso autore “la famosissima scienza della visione” ) Vredeman de Vries ( 1527-1604 ), architetto, pittore ed incisore olandese, apre nuove strade all’invenzione e alla rappresentazione architettonica.
Maurits Cornelius Escher
In tempi più recenti l’interesse verso gli effetti illusionistici che la prospettiva rende possibili, trova come esponente Maurits Cornelius Escher, artista olandese ( 1898-1972 ), che dedica buona parte della sua opera allo studio degli effetti illusionistici della prospettiva.