LA DIMENSIONE TEATRALE DELL’APPRENDIMENTO
Una riflessione molto interessante è stata aperta da alcuni anni (2009, 2010, 2011) con i Dialoghi tra teatro e neuroscienze, tenuti presso il Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università Sapienza di Roma.
La recente scoperta dei “neuroni specchio” ( il meccanismo per il quale nel nostro cervello si attivano gli stessi “programmi motori” sia quando compiamo una determinata azione, sia quando quella stessa azione la vediamo compiere da altri ) ha offerto nuovi stimoli per la collaborazione tra quanti, operatori teatrali e ricercatori scientifici, sono ugualmente interessati ad una sempre maggiore comprensione della relazione tra esseri umani e, in particolare, alla relazione che si stabilisce tra l’attore e lo spettatore durante la performance teatrale.
Riteniamo che i risultati di questi Dialoghi siano di grande interesse anche per quanti, come noi, sono interessati a comprendere in modo più approfondito quella analoga relazione che si stabilisce tra insegnante ed allievo nella quotidiana “messa in scena” del nostro lavoro di insegnamento/apprendimento.
UN AGGIORNAMENTO DI TIPO TEATRALE
Le attività di aggiornamento proposte normalmente agli insegnanti riguardano in modo pressoché esclusivo le competenze relative ai metodi e contenuti delle singole discipline.
Non si hanno molte notizie, invece, riguardo ad iniziative volte a potenziare la capacità di comunicare con gli allievi e di animare le ordinarie attività scolastiche .
Avendo fatto esperienza con gli allievi delle potenzialità insite nell’attività teatrale (per diversi anni sono stati realizzati progetti unitari che prevedevano una conclusione teatrale), abbiamo pensato di organizzare un breve corso di aggiornamento per insegnanti sulle tecniche teatrali che potessero tornare utili per migliorare la qualità dell’insegnamento quotidiano.
Il corso, tenuto dall’attore Stefano De Bernardin ci ha permesso di verificare alcuni elementi fondamentali che abbiamo riscontrato nella nostra riflessione sulla comunicazione e il linguaggio.
Il lavoro fatto sulla VOCE, sul CORPO, sulla GESTIONE DELLO SPAZIO TEATRALE e sulla SCENEGGIATURA sollecita un approfondimento ulteriore sulle modalità con cui la comunicazione è impostata nella normale attività didattica : aule e disposizione dei banchi, lavagne e schermi, materiali didattici e di “scena”, recitazione delle lezioni e letture drammatizzate, ecc…
Dalle tecniche teatrali vengono suggerimenti interessanti per ripensare la scena quotidiana del nostro lavoro scolastico e le modalità di “ messa in scena “ delle nostre lezioni.
ALCUNI SVILUPPI DI QUESTA LINEA DI LAVORO
Il primo degli sviluppi più significativi di questa linea di lavoro si è avuto con la nostra partecipazione alla fase finale della manifestazione europea “SCIENCE ON STAGE” svoltasi a Grenoble dal 2 al 6 aprile 2007 con il nostro Progetto “Cristoforo Colombo”.
Il secondo è stata la realizzazione della piece teatrale “Non credo ai miei occhi”, che ha riproposto in forma di dialogo teatrale di tipo “galileiano” il percorso didattico “La luce e l’ombra, l’occhio e la visione” che era stato sperimentato nella Scuola Media “M. Pupilli” di Grottazzolina. La piece è andata in scena il 25 maggio 2013 al Teatro “E. Novelli” di Grottazzolina.
Il terzo sviluppo si è avuto con la realizzazione di una Lezione-Spettacolo intitolata “Tu chiamale se vuoi … emozioni”, andata in scena il 6 giugno 2014 al Teatro dell’Iride di Petritoli. Nel corso della lezione gli allievi coadiuvati dai docenti hanno riproposto in forma scenica i contenuti del percorso didattico “La luce e l’ombra, l’occhio e la visione” che era stato sperimentato nell’Istituto Comprensivo “Mannocchi – Tornabuoni” di Petritoli, sviluppando in particolare il tema del ruolo che le “emozioni” svolgono nell’arte, nella scienza e nell’educazione.