TUTTE LE IMMAGINI, IN QUANTO PRODOTTE DAL CERVELLO, SONO VIRTUALI
Alla luce di queste considerazioni appare sempre meno convincente la consueta definizione di immagine reale ed immagine virtuale, che tende ad opporre in termini alternativi ed esclusivi due aspetti, che ci appaiono, invece, sempre più complementari e compresenti.
In tutti i quesiti proposti dai libri di testo si chiede se in determinate condizioni sperimentali l’immagine osservata sarà reale o virtuale.
Le nostre esperienze, al contrario, ci mostrano che è sempre possibile raccogliere su uno schermo le immagini reali elementari prodotte dal sistema ottico ( foro, specchio o lente ); queste immagini ci sono sempre, anche se per poterle distinguere con un sufficiente grado di nitidezza occorre che esse siano o tutte concentrate in uno stesso punto (immagine complessiva nitida), oppure isolate singolarmente con un piccolo diaframma posto sul sistema ottico.
Dunque, se consideriamo come reali quelle immagini che si possono raccogliere su uno schermo, dovremo ammettere che è sempre possibile produrre immagini reali.
Se, d’altra parte, consideriamo come virtuali le immagini che l’osservatore elabora col proprio cervello e riproietta all’esterno, a partire dagli stimoli luminosi ricevuti, dovremo ammettere anche che tutte le immagini sono virtuali. Anche l’immagine raccolta sullo schermo, che abbiamo finora definito come reale, è destinata ad essere guardata dall’osservatore ( come se fosse un oggetto qualsiasi ), ed è quindi destinata a trasformarsi in virtuale.
CAMBIANO SOLO LE MODALITA’ DI OSSERVAZIONE:
Lo schermo non cambia la natura dell’immagine ( reale anziché virtuale), permette soltanto una sua osservazione inter-soggettiva
L’inserimento dello schermo non cambia la natura ( reale o virtuale)dell’immagine, ma ne arricchisce soltanto le possibilità di osservazione; esso inserisce una sorta di tappa intermedia nella catena fisico-percettiva che collega l’oggetto all’osservatore.
Lo schermo permette a tutti gli osservatori presenti di guardare contemporaneamente quella immagine e ricavarne ciascuno la propria immagine virtuale ; la rimozione dello schermo elimina questa possibilità di osservazione collettiva e soltanto uno degli osservatori, quello che occupa un punto di vista privilegiato, potrà continuare a vedere l’immagine nella posizione in cui era collocato precedentemente lo schermo (chiariremo più avanti questa esperienza molto suggestiva, che permette di osservare le cosiddette immagini pendule nell’aria ).
In altri termini possiamo dire che siamo passati da una osservazione inter-soggettiva (collettiva e condivisa ) ad una osservazione soggettiva ( individuale ). Questo, tuttavia, non ha cambiato la natura dell’immagine percepita da ciascun osservatore, che in ultima istanza risulterà sempre essere un’immagine virtuale.
Abolita la netta contrapposizione tra immagine reale ed immagine virtuale ed affermata la natura virtuale di tutte le immagini, potremmo cominciare ad introdurre all’interno del virtuale una distinzione più sottile tra immagine virtuale inter-soggettiva ed immagine virtuale soggettiva .
Ci rendiamo conto di come questa distinzione finisca per richiamare una dialettica soggetto-oggetto, che rischia , quanto quella tra reale e virtuale, di dar luogo ad una nuova forma di contrapposizione. Pensiamo, però, che valga la pena di correre questo rischio, nella speranza di riuscire quantomeno a mostrare la complessità e la ricchezza concettuale, che comincia ad intravvedersi tra le crepe della terminologia finora accreditata.