Il teatro delle ombre

Lo studio delle ombre si presta particolarmente alla  messa in scena di esperienze di ottica in forma teatrale.

Adamo ed Eva

Il teatro d’ombra, con le sue tecniche di antica tradizione, costituisce un vero e proprio laboratorio sperimentale nel quale la scoperta delle leggi della geometria proiettiva può accompagnarsi al risveglio delle emozioni, che fin da piccoli abbiamo provato giocando con le nostre ombre.

NEL REGNO DELLE OMBRE

Si tratta di esperienze che abbiamo fatto nella primissima infanzia e che , certamente, non ricordiamo. Ma devono essere state esperienze  decisive per lo sviluppo del nostro pensiero, se l’umanità ha potuto trarre da esse l’idea universalmente diffusa di un’anima che sopravvive al disfacimento del corpo. Per gli antichi Egizi, come dimostra la pratica della imbalsamazione dei cadaveri, la conservazione del corpo era la condizione necessaria per la sopravvivenza dell’anima stessa.

L’esperienza dell’ombra, unita a quella dell’immagine riflessa degli specchi, è alla base della costruzione di un “doppio” immateriale del nostro corpo, che del corpo è: copia, sagoma, profilo, sembiante, simulacro, fantasma, ecc…

“ Qual che tu sii, od ombra od omo certo “ ( Dante ……)

Inizia con l’ombra quel distacco dell’immagine dal corpo, che lo specchio renderà ancora più evidente, senza riuscire, tuttavia, a rompere  il legame fortissimo che fa dell’ombra ( e dell’immagine ) un attributo pressoché esclusivo del corpo.

L’ombra è sempre ombra di un oggetto : l’uomo, l’albero, l’ombrello.

Se c’è un’ombra, ci deve essere un corpo che la fa.

E se c’è un corpo , esso deve fare ombra, altrimenti nascerebbero interrogativi inquietanti sulla sua natura materiale ( si vedano in proposito i tanti film e romanzi su spettri, vampiri e personaggi che hanno perso o venduto al diavolo la loro ombra)

Nel linguaggio usuale è, addirittura, il corpo che proietta l’ombra.

La sorgente di luce, che è il vero agente fisico della proiezione, è confinata in un ruolo del tutto secondario,  e quasi rimossa.

E’ come se il corpo avesse una capacità autonoma di emettere “ raggi ombrosi” e l’ombra avesse una consistenza materiale indipendente dalle condizioni di illuminamento.

Se si chiede ai bambini che cosa succede dell’ombra, quando si spegne la luce, molti di essi risponderanno che “ l’ombra c’è ma non si vede!”

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