MYSTERIUM COSMOGRAPHICUM
UN VIAGGIO NEI SOGNI E NEI RICORDI DI KEPLERO
Teatro dell’Aquila di Fermo, 23 ottobre 2004
La figura di Johannes Kepler ( 1571-1630 ) rappresenta il punto di approdo della ricerca condotta da Romano e Francesca Folicaldi.
Nella sua opera Mysterium Cosmographicum, pubblicata nel 1596, Keplero elaborò un modello planetario di tipo eliocentrico, mettendo in relazione le orbite ( ancora circolari ) dei sei pianeti allora conosciuti – Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove e Saturno – con i cinque Solidi Regolari della tradizione platonica, attraverso le sfere ad essi inscritte (tangenti internamente alle facce dei poligoni) e circoscritte (tangenti ai vertici dei poligoni).
Più precisamente, il modello pone il Sole al centro di un ottaedro: la sfera inscritta all’interno del tetraedro rappresenta l’orbita di Mercurio, quella circoscritta l’orbita di Venere; si procede, quindi, alla costruzione dell’icosaedro ( con le facce tangenti alla sfera di Venere ) e della sfera circoscritta all’icosaedro, che rappresenta l’orbita della Terra; in modo analogo si passa poi al dodecadro e all’orbita di Marte, al tetraedro e all’orbita di Giove e, infine al cubo e all’orbita di Saturno.
Il disegno di questo modello, riportato nella tavola III del Mysterium è molto noto. Quello che invece è meno noto è che non si hanno notizie di una sua realizzazione pratica su grande scala. Il modello che Romano Folicaldi è riuscito a costruire rappresenta un contributo importante ed un esempio di come possa funzionare quello che abbiamo chiamato laboratorio di storia della scienza .
Questo modello “stravagante”, concepito da un giovane Keplero ( aveva appena 23 anni quando lo ipotizzò per la prima volta ), si rivelò sbagliato e inconciliabile con i dati astronomici effettivamente raccolti, ma testimonia di una fede profonda nella armonia e bellezza del creato, che la geometria ha il compito di rivelare all’uomo.
Rappresenta, tuttavia, il punto di partenza di un procedimento scientifico che, rispettoso dei dati sperimentali, giunse a formulare le leggi del moto dei pianeti secondo la geometria “eccentrica” dell’ellisse, rinunciando ( con profonda sofferenza ) alla “perfezione” del cerchio e della sfera, da sempre ritenuti attributi delle “sfere celesti”.
L’Opera Musicale, realizzata con la musica originale del Maestro Fabrizio De Rossi Re ed i testi e la regia di Francesca Angeli, ripercorre le tappe più significative della vita di Keplero attraverso i ricordi ed i sogni dello scienziato: i ricordi infantili ed i primi insegnamenti della madre; i primi fortunati oroscopi; il viaggio a Praga alla corte di Rodolfo II; l’incontro co Tycho Brahe; le osservazioni astronomiche; la corrispondenza con Galileo; il processo alla madre accusata di stregoneria; la morte della moglie Barbara; la stampa delle Tavole Rudolfine e il Somnium , che chiude lo spettacolo.
L’opera ha visto la partecipazione di B. Zeni ( Keplero ), E. Romagnoli ( Keplero bambino), E. Alvigini, Matelda Viola (voce ), B. Nolte ( flauto ), E. Rodriguez ( sax solista ), F. Bongelli ( pianoforte ); Ensemble Italiano di Sassofoni: M. Marzi ( sax soprano ), M. Gerboni ( sax contralto ), L. Derosier ( sax tenore ), M. Mazzoni ( sax baritono ).
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