La riflessione sui linguaggi delle scienze nel contesto più ampio dell’educazione linguistica rappresenta una occasione per stimolare un proficuo scambio di esperienze tra docenti di differenti campi disciplinari e gettare un ponte tra le tradizionali sponde delle «due culture». La convergenza di interessi «pluridisciplinari» è un utile punto di partenza per una riconsiderazione degli obiettivi cognitivi dell’educazione linguistica, per suggerire una diversa attenzione al complesso rapporto sviluppo linguistico/sviluppo delle conoscenze nei vari contesti disciplinari, per verificare nel concreto la trasversalità dell’educazione linguistica.
Con questo intento il G.I.S.C.E.L. ( Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica ) ha svolto un importante Convegno Nazionale ( Vico Equense 6-9 novembre 1986) dedicato al tema: L’educazione linguistica e i linguaggi delle scienze.
I contributi di studiosi e ricercatori di differenti discipline ai vari aspetti del tema, riferiti, tra l’altro, ai problemi posti da diversi ordini e gradi di scuola, sono riportati nei Quaderni del Giscel n. 4, La Nuova Italia, Firenze, 1988.
Si tratta di un quadro di riferimento importante per un progetto come il nostro, che individua sul versante linguistico il terreno più fertile per la cooperazione di docenti delle diverse discipline.
Di solito si tende a mettere in evidenza le specificità del linguaggio scientifico rispetto a quello storico-naturale; noi tenteremo di sviluppare una dialettica unitaria tra i due linguaggi, nella convinzione che essi possano arricchirsi reciprocamente e contribuire insieme sia alla padronanza linguistica degli allievi sia alla loro motivazione allo studio.
Intraprendiamo questo arduo compito sotto gli auspici di Lucrezio, che con il suo De rerum naturae rappresenta un formidabile esempio di espressione in forma poetica di contenuti scientifici.