Le prime pieghe

Oggi abbiamo fatto un bel gioco per imparare a disegnare meglio i quadrati, i rettangoli e le altre figure geometriche. E, infatti, non è che siamo ancora molto bravi a fare le linee dritte e gli angoli retti, come quelli che disegnano i geometri.

Questo gioco l’hanno inventato i giapponesi e si chiama “origami”. 

Per giocarci basta prendere un foglio di carta e cominciare a piegarlo in tanti modi diversi. In questo modo si riescono a fare delle cose incredibili: fiori, animali, barchette e, persino, dei giochini simpatici.

Ettore, Tiziana e Caterina hanno consegnato a ognuno di noi un foglio bianco rettangolare, come quelli che si usano per la stampante; poi, per prima cosa, ci hanno chiesto di piegare il foglio come meglio ci piaceva.

Sembra facile piegare un foglio, invece, bisogna farlo con molta attenzione.

origami

Con una mano, per esempio la sinistra, si tiene fermo un lato del foglio sul tavolo; con la destra, si prende l’altro lato e si comincia ad arrotolare il foglio, fino a che le due parti non si toccano. Fatto questo, la mano sinistra si sposta sulla zona di contatto tenendo premute le due parti affinché non si muovano più. A questo punto si schiacciano le due parti una sull’altra, passandoci sopra la mano destra appiattita come fosse un ferro da stiro (è meglio partire dalla zona di contatto e stirare verso la parte arrotondata). Alla fine, possiamo anche ripassare la piega con il dorso dell’unghia per stirarla ancora meglio (Viola, però, dice che così si rovina lo smalto).  

Ognuno era libero di piegare il foglio come preferiva, ma ci siamo accorti che la maggior parte di noi ha scelto di piegare il foglio a metà, sovrapponendo i lati corti del foglio; qualcun altro, invece, ha preferito sovrapporre i lati più lunghi; soltanto in pochi hanno fatto una piega in obliquo.

giorgia   elena

Forse ci viene più naturale piegare il foglio in orizzontale o in verticale, perché il foglio è già squadrato in quel modo, con un lato orizzontale e uno verticale. Fare le pieghe “per traverso”, invece, ci viene meno naturale.

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